giovedì 14 marzo 2013

SPINOZA e la filosofia politica del 1700


SPINOZA
 vita
Spinoza nasce nel 1632 ad Amsterdam da una famiglia ebraica e segue la scuola israelita, ma viene espulso e scomunicato nel 1656 poiché considerato eretico.
Secondo alcuni studiosi l'eresia principale che lo portò alla scomunica fu il non credere alla immortalità dell'anima che determinava il crollo della dottrina della ricompensa nell'aldilà e quindi la perdita del controllo delle anime sulla terra da parte delle autorità religiose.
Così qualche anno dopo egli abbandonò Amsterdam e si stabili a l’Aia, dove passò il resto della sua vita. Qui secondo l’insegnamento della sua religione, che riteneva che ogni uomo dovesse apprendere un lavoro, imparò a fabbricare e a pulire le lenti. 
Con questo lavoro guadagnava abbastanza da poter soddisfare tutti i suoi bisogni e condurre una vita modesta e tranquilla, dedicata al sapere.

PENSIERO ED ESTENSIONE



Secondo Spinoza il pensiero non può mai essere materiale e la materia non può mai essere spirituale. Esse non possono influenzarsi a vicenda, infatti, la causa di un'idea è sempre un'altra idea come la causa di un corpo è sempre un'altro corpo. Però Spinoza ritiene esista una connessione tra pensiero e corpo, infatti, pur non influenzandosi a vicenda i corpi e le idee convergono tra loro. Il corpo è l'aspetto esteriore della mente così come la mente è l'aspetto interiore del corpo (parallelismo psicofisico). Mentre Cartesio riteneva che questa connessione avvenisse tramite la ghiandola pineale, Spinoza identifica la connessione con la sostanza "deus sive natura".




POLITICA (Stato di natura)

Come Hobbes, Locke e Rousseau anche Spinoza pone come punto di partenza della sua riflessione sullo Stato lo "Stato di natura". Gli uomini allo Stato di natura sono divisi tra passioni e razionalità. Nell'uomo però prevale la razionalità soprattutto se attraverso un aiuto reciproco. La loro associazione determina un diritto più forte che appartiene all'istituzione del governo. 


STATO DI NATURA

Hobbes

Lo stato di natura per Hobbes corrisponde ad una condizione presociale, o condizione di vita caratterizzata dall'assenza di leggi, e da una specie d’uguaglianza naturale tra gli uomini; uguaglianza intesa come uguale possibilità di nuocersi l’uno con l’altro.

Hobbes identifica gli uomini allo Stato di natura con dei lupi. 

Locke

Per Locke nello stato di natura esistono già delle leggi naturali e la naturale predisposizione alla pace e alla giustizia. Ecco quindi che lo stato di natura di Locke vede uomini liberi con diritti naturali. Con l'istituzione dello Stato gli uomini perdono il diritto di farsi giustizia da soli poiché sarà compito dello stato, ma mantengono tutti gli altri diritti naturali. Lo stato di locke infatti deve tutelare i diritti naturali degli individui e se questo non avviene essi hanno il diritto di ribellarsi.


Rousseau 

L’uomo non era malvagio e ingiusto, ma lo è diventato meno a mano che cresceva il suo grado di civilizzazione perciò il suo squilibrio non è originario ma è uno squilibrio derivato e di ordine sociale. l'uomo inizialmente era buono ma la civilizzazione lo ha reso lupo. Il bene originario è riscontrabile nei bambini non ancora plasmati dal male della civilizzazione.